Lunghezza complessiva:
21,87 km
Tempo percorrenza: 3 ore
Dislivello: circa 350 metri
Difficolta': B.C.A., sconsigliato ai
biker meno esperti per via di alcuni tratti su sentiero
sassoso o dissestato che vanno affrontati con prudenza,
specialmente se il fondo e' umido.
Tipo: asfalto 12,24 Km (56%), sterrato
9,63 (44%)
Periodo consigliato: tutto l'anno
Effettuato il: 6 Gennaio 2000
Località di partenza: S. Mauro T.se,
ponte Vittorio Emanuele III sul Po (lato via Martiri
della Liberta'). L'automobile puo' essere eventualmente
lasciata in piazza Mochino dove c'e' un ampio parcheggio.
In questo caso si parte direttamente dalla piazza,
percorrendo il ponte alla fine del giro.
Cartografia: Carta dei percorsi
ciclabili di Torino 1998 1:17.500 - Istituto Geografico
Centrale Torino; Carta dei Sentieri della Collina
Torinese 1:15.000 n. 1 Moncalieri, Torino, Pecetto...
Descrizione: seguendo in successione i
seguenti 3 percorsi si raggiunge corso Casale all'altezza
della strada consortile del Meisino:
-
S. Mauro - Regio Parco;
-
Regio Parco - Parco Colletta;
-
Parco Colletta - Parco del Meisino.
Azzerato il ciclocomputer, seguire corso Casale in
direzione S. Mauro sino al ponte del "Bajno"
dove si svolta in via Croce (0,85 Km). Nel tratto
iniziale, si sale paralleli al rio di Costa Parigi, dal
quale la valle prende nome. La zona bassa viene anche
chiamata "val dij ciòrgn" (valle dei sordi)
forse a causa della corrente d'aria persistente che in
passato avrebbe provocato negli abitanti disturbi
all'udito e persino la sordita'. Si incontra presto il
cancello di accesso a villa S. Croce (1,25), edificio in
stile neo-gotico di cui si intravede la facciata, fatto
costruire dalla Compagnia di Gesu' (Padri Gesuiti) verso
il 1913. Superati alcuni tornanti, e' l'accesso
all'Albergo Residenziale Superga (2,27), complesso di
edifici in cui risiedettero diversi ordini religiosi
(frati Maristi, Salesiani, figli della Sacra Famiglia e
per ultimi i Padri Somaschi), che ospito' per alcuni
decenni il Collegio degli orfani dei Carabinieri. Alla
prima curva che si incontra dopo aver oltrepassato la
cappella di villa Guala, si ignora la carrareccia che da
questa si dirama sulla destra (3,07), avanzando
sull'asfalto ancora per alcuni metri sino ad una seconda
stradina dal fondo al limite della ciclabilita' (3,10)
che ci condurra' alla villa Catalinette (3,20).
Proseguiamo sulla bella sterrata (via delle Pietre) che,
in leggera discesa, diventa asfaltata nei pressi di un
tornante (3,66). Qui si imbocca un largo sentiero,
tralasciando subito la deviazione sulla destra del
percorso 62 ("degli asini") e pervenendo al
masso erratico noto come "roc Gross" (3,71),
adiacente al rio di Sant'Anna: a monte di questo e' una
fontana ormai altamente inquinata e quindi non potabile.
Si continua in piano fino ad un bivio (3,85), dove si
tiene il sentiero piu' stretto, ed in salita, sulla
destra. Il tratto che segue non e' ciclabile ma la
pendenza mai eccessiva permette di proseguire a spinta
senza troppo faticare. Raggiunto un nuovo bivio (4,29) si
tiene la sinistra (dalla parte opposta si raggiunge la
GTC/sentiero 63), rimontando nuovamente in sella. Il
sentiero compie piu' avanti una curva ad angolo retto
(4,54 - ignorare il sentierino sulla destra) oltre la
quale scendiamo su fondo sassoso (prudenza!). Si
raggiunge il "sente' dij can" che si segue a
destra (4,73 - dall'altra parte raggiunge la
"Cascina del Tole'"). Passato il sentiero 65
che sale al Bric Giardin (5,22) incontriamo un trivio
(5,42): a destra e' il collegamento per i Tetti Coggiola,
diritto una traccia che termina presto, a sinistra
iniziamo la parte piu' impegnativa dell'itinerario. I
sassi coprono quasi interamente il fondo e mantenere
l'equilibrio e' impresa piuttosto difficile. Si capisce
cosi', come mai questo sentiero si chiama "d'le
pere" (delle pietre). La loro forma arrotondata, che
in presenza di umidita' le rende scivolose, si deve
all'azione erosiva delle acque torrentizie che in epoche
assai remote defluivano dai ghiacciai verso la pianura.
Giunti alla zona agricola di Feissola, dove sono presenti
tre cascinali sparsi, si continua sulla sterrata in
discesa (5,79). Oltre il guado dei tre rii (6,53) che
alimentano il rivo di S. Mauro, questa diventa asfaltata
(6,57). Di fronte a Villa Barale (6,87 - civico 102), si
segue una carrareccia tenendo dopo breve il ramo di
destra (6,94). Si raggiunge una strada asfaltata privata
(7,42) che va seguita in direzione della vicina cascina:
si avanza quindi su un sentiero a sinistra (7,45)
pervenendo all'estremita' di via Sestriere (7,59). Ad un
primo bivio (7,72) ed alla successiva confluenza con via
Montenero (7,87), procediamo a sinistra. Superata la
cappella di S. Grato (7,98), adombrata da un grosso
ippocastano, si incontra in prossimita' di un tornante
(8,15) la stradina alberata che permette di raggiungere
villa Solei (8,41), nel cui parco si trova la torre di
Moncanino. La costruzione in mattoni, a base eptagonale,
fu realizzata nel 1857 da Alessandro Antonelli, lo stesso
della "Mole", con funzione di belvedere.
Tornati indietro, si riprende per via Moncanino (8,67),
svoltando dopo l'edificio delle Suore del Famulato
Cristiano in via Barberis (9,40). Questa termina in via
Matteotti che va seguita a destra (9,76). Si transita di
fronte all'ex abbazia S. Maria di Pulcherada, con il
campanile risalente al XIII sec. Seguendo via Martiri
della Liberta' a sinistra (10,11) arriviamo infine al
ponte Vittorio Emanuele III, proprio di fronte alla
cappella di S. Rocco (10,21).
Foto in alto: torre di Moncanino.
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